Nuovo Canzoniere Bresciano

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Il Nuovo Canzoniere Bresciano è un gruppo musicale che si occupa di ricerca e riproposta di canti popolari, sociali e di protesta, tradizionali e d’autore, oltre a canzoni di propria produzione.

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Dal 1976 al 1980: il gruppo si allarga

Dei fondatori del Nuovo Canzoniere agli inizi del 1976 sono in attività Tiziano Zubani, Antonello Baldi, Bruno Podestà e Primarosa Bosio; in quel periodo entrano nel gruppo Sandro Favalli, Marina Frugoni, Paola Urbino, Giampiero Benedetti, Luigi Modiano, Franco Pedretti, Giuseppe Rusconi, Sergio Dallari. Non solo, per lo spettacolo “A l’è ura” si aggiungeranno Roberto Chiodi, Ferdinando Conti, Franco De Domenico, Gianni Bosio e per l’uscita in Bulgaria Giuseppe Cento.

Nel 1977 il gruppo si costituisce formalmente in “Associazione Culturale Nuovo Canzoniere Bresciano”.

Gli spettacoli

La corte dei pazzi 1978

Oltre al repertorio di canti di protesta vecchi e nuovi utilizzato nelle varie occasioni in cui il Nuovo Canzoniere viene invitato (feste della stampa democratica, manifestazioni culturali e sindacali, occupazioni ecc.), si producono nel corso degli anni una serie di montaggi elaborati utilizzando quanto emerso dalle ricerche e contaminandolo con canzoni prodotte dai vari membri del gruppo, con lo scopo di collegare esplicitamente la tradizione storica alle nuove situazioni. Questo processo dà origine a:

-  FIOR DI TOMBA (1975), che utilizza le canzoni popolari delle mondine e dei minatori della Val Trompia

-  ‘NA GUERA (1976), in cui iniziano ad emergere le tensioni di quegli anni soprattutto in relazione alle lotte operaie; la canzone che dà il titolo allo spettacolo, ‘Na guera, di Tiziano Zubani, descrive la vita come una lotta contro la precarietà e lo sfruttamento e nasce dall’intervista ad una operaia della fabbrica tessile Apollo, in occupazione

-  A L’È URA (1978), in cui l’idea base è portare in scena la voce e i rumori di un mondo che chiede cambiamenti, con slogan e ritmi tipici delle manifestazioni di piazza mescolati a canzoni narrative e di protesta del repertorio più antico, oltre a pezzi autoprodotti

-  CHEMISÈ (1980), con il tentativo di fusione di diversi moduli espressivi tradizionali e contemporanei e la sempre più forte presenza di testi e melodie autoprodotti.

Il teatro musicale: La corte dei pazzi

Un discorso a parte richiede lo spettacolo “LA CORTE DEI PAZZI” (1978), totalmente autoprodotto dalla componente femminile del gruppo, in collaborazione con alcune  operaie dell’Apollo e altre donne del movimento femminista. Dagli esiti della discussione di alcuni  gruppi di lavoro escono tematiche messe in scena da quattro personaggi femminili interpreti delle diverse soluzioni alla ricerca di un’identità nuova e finalmente consapevole. La componente teatrale è totalmente nuova per il gruppo e costituisce una stimolante esperienza di rinnovamento.

Una ulteriore sperimentazione in campo teatral-musicale è costituita dalla collaborazione con il Teatro Poetico di Gavardo[12], con cui il gruppo partecipa al Festival  Internazionale del Teatro di piazza di Sant’Arcangelo di Romagna e costituisce la “Cooperativa dell’imbroglio” per la presentazione del “Povero cafè chantant”, una riedizione ironica del cabaret.

Anche il “Carnevale fuori tempo”, realizzato in collaborazione con il Coordinamento dei gruppi di base nell’ambito dell’Estate aperta organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia nel 1977 evidenzia una ricerca di maggiore “teatralità” con l’utilizzo di costumi e trucchi e un repertorio diversificato. Analoga esperienza viene fatta nel 1981 a Gardone Valtrompia con la Compagnia Il Treatro [13].


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